Quando si parla di samurai, all’uomo medio vengono in mente scene degne di Kurosawa Akira o, al contrario, di uno scalcinatissimo film di serie B, a base di “ghesce” sospiranti e “katane” sguainate.
Nella realtà storica, naturalmente (e per fortuna) le cose stanno in ben altro modo. Ci aiuta a comprendere ciò uno dei testi appartenenti alla cultura nipponica più fraintesi, vale a dire l’Hagakure di Yamamoto Tsunetomo, da poco pubblicato in una nuova edizione realizzata da Francesca Meddi (pp. 87, € 8.0) per la casa editrice Solfanelli (che ringrazio per l’omaggio), corredata di due interessanti saggi di approfondimento trasversale (L’ultimo samurai?, dedicato a Mishima, e Lo stoicismo e lo zen).
Il testo – il cui titolo significa <<All’ombra delle foglie>> – è pù spesso conosciuto come Codice segreto dei samurai, quando in realtà – come viene precisato nell’introduzione della curatrice – era originariamente rivolto soltanto ai giovani appartententi allo stesso han (il territorio retto dal daimyo) dell’autore.
I riferimenti alla morte, alla dignità e all’orgoglio (in ambito pubblico e privato) presenti in quest’opera sono stati e purtroppo sono ancora fraintesi, col risultato di ricondurre tutto ad un’errata e riduttiva visione decadente dei valori del Sol Levante, che avrebbe il suo sbocco naturale nel seppuku di Mishima e nella pratica suicida dei kamikaze della seconda guerra mondiale. In realtà, il reale significato di questi raccolta di aneddoti e aforismi va scoperto pagina dopo pagina, con pazienza, alla luce della storia e dei costumi nipponici.
Concludo citandovi uno dei brani che ho preferito:
Un samurai disse: <<Ci sono due tipi di orgoglio: uno interiore ed uno esteriore. Ma solo se si possiedono entrambi, si rivelerà utile. Paragoniamo l’orgoglio alla lama affilata di una spada: sarà bene che questa venga tenuta riposta nel fodero e di tanto in tanto sguainata, brandita, ripulita e poi nuovamente rinfoderata. Se venisse brandita in continuazione susciterebbe il timore degli altri, allontanando non solo i nemici, ma anche gli alleati. Sarebbe un errore anche il tenerla sempre riposta nel fodero, perché perderebbe la sua affilatura e si ricoprirebbe di ruggine, suscitando il disprezzo e lo scherno della gente.>>