Lungo le rive di un piccolo canale malandato, niente di speciale sembra mai accadere: soltanto il tran tran di studenti e abitanti del pocopertina del manga Dobugawasto scandisce da anni le sue placide giornate.

Eppure, quelle anse così anonime diventano presto sfondo alle vicende, soprattutto interiori, di una serie di personaggi: un liceale che sogna di diventare astronauta, una ballerina in erba, una donna che nella cucina francese trova una ragione di vita…

Tra di loro c’è anche un’anziana che, proprio a quel paesaggio così apparentemente insignificante, ha legate molte delle sue più intense memorie. Quel tempo del ricordo si è fatto stagnante come le anse del fiumiciattolo: e ai giorni lontani, passati nell’elegante ma decadente dimora di famiglia assieme alle sorelle e a una chef tuttofare, ritorna con nostalgia costante.

Dobugawa di Aoi Ikebe (trad. Christine Minutoli, Bao Publishing, 2022, pp. 216, € 7,90) non è, però, un manga all’insegna della tristezza: incapsula, piuttosto, una vasta gamma di emozioni e stati d’animo – come tenerezza, orgoglio, desiderio di cambiare in meglio la realtà – spesso fugaci e pronte a scorrere via dalle mani come acqua.