Categoria: cultura giapponese

[Recensione] “The Demon’s Sermon on the Martial Arts: A Graphic Novel”: arti marziali e fumetti

The Demon's Sermon on the Martial Arts: A Graphic NovelComposto nel Settecento dal samurai Issai Chozanshi, Il sermone del demone sulle arti marziali è una delle più celebri raccolte di racconti allegorici riguardanti tutto ciò che – soprattutto a livello interiore – le arti marziali implicano: la percezione di sé, dell’altro, del conflitto; l’equilibrio dello yin e dello yang, l’importanza del coltivare la propria natura… (altro…)

“Underground” di Murakami Haruki: ricordando l’attentato a Tokyo di Aum Shinrikyō

attentato tokyo Aum Shinrikyō Tokyo, 20 marzo 1995, un lunedì qualsiasi: cinque persone salgono in altrettanti convogli della metropolitana, in cinque diverse stazioni. Sono vestite come tutti, si muovono come tutti, si confondono con facilità in una folla di lavoratori, studenti, cittadini qualunque.

Sono membri della setta Aum Shinrikyō e portano con sé un sacchetto di sarin, un potente gas nervino, ufficialmente riconosciuto arma chimica di distruzione di massa. Al momento stabilito, circa alle 8 del mattino, entrano in azione – bucano i contenitori e li abbandonano nei vagoni -, per poi fuggire vigliaccamente. Il bilancio dell’attentato sarà di tredici morti e seimilatrecento vittime tra feriti e individui rimasti segnati a vita dalle inalazioni.

Murakami Haruki, (altro…)

[Recensione] “Gothic Lolita. Storia, forme e linguaggi di una moda giapponese” di Gloria Carpita: un’anima ribelle sotto i merletti

gothic lolita gloria carpitaEnigmatiche, affascinanti, ingenue o ribelli: in occidente sembra facile etichettare le gothic lolita – ragazze che tentano di rievocare l’epoca vittoriana (1837-1901) soprattutto (ma non solo) attraverso l’abbigliamento -, eppure ogni particolare del loro aspetto fisico, dalla veletta all’ombrellino lezioso, cela un messaggio che fatichiamo a comprendere o anche solo a recepire.

Inoltrandosi in un campo sinora inesplorato, Gloria Carpita nel suo Gothic Lolita. Storia, forme e linguaggi di una moda giapponese (altro…)

[Recensione] “The art of gardening in Japan and England, a cultural artifice” di F. Gianni

giardino giapponeseFormalizzati tra 1600 e il 1700, il giardino giapponese e quello inglese sono entrambi sapienti frutto dell’opera dell’uomo, sebbene quello nipponico appaia estremamente più naturale e connesso nel profondo con la cultura da cui è originato.

A metterli a confronto interviene Francesca Gianni nel suo saggio in formato e-book The art of gardening in Japan and England, a cultural artifice (altro…)

[Recensione] “Japanese Shamanism. Trance and possession” di Daniele Ricci: asceti, sciamani e spiriti in Giappone

miko shinto
Una miko shintoista, anche conosciuta come “vergine dell’altare”

Il folklore è senz’altro uno degli aspetti più affascinanti della cultura nipponica, ma in Italia è possibile reperire solo pochi testi a riguardo. La pubblicazione dell’e-book Japanese Shamanism. Trance and possession di Daniele Ricci (Volume edizioni, 2012, pp. 21, € 3,58; in inglese) costituisce sicuramente un’occasione per approfondire un argomento avvincente e poco noto, quale la configurazione dell’universo sciamanico estremo-orientale. (altro…)

[Recensione] “Alle mie amate sorelle” di Nakajima Shōen: pensieri femministi nel Giappone dell’800

kikuchi keigetsu
La geisha che asseconda i desideri maschili. La donna che procede dietro all’uomo, ricalcando i suoi passi. La fanciulla che, silenziosa, sottostà all’autorità del padre, dei fratelli, del marito. Queste alcune delle immagini – e dei luoghi comuni – che affiorano alla mente pensando al Giappone di non molti decenni fa.

A rivoluzionare le nostre idee interviene Alle mie amate sorelle di Nakajima Shōen (1863-1901), interessante raccolta di interventi presentati per la prima volta in italiano daAlle mie amate sorelle Chiara Candeloro (con prefazione di Giuliana Carli; Aracne, 2012, pp. 136, € 9), accompagnati da note e approfondimenti utili al lettore.

Pubblicata nel giornale del Partito Liberale Jiyū no tomoshibi (Il Faro delle libertà) nel 1884, nel cuore dell’epoca Meiji – tutta tesa a trasformare il Giappone in una nazione moderna, industriale e occidentalizzata -, l’opera si configura come un insieme di riflessioni articolato (ma di scorrevole lettura) riguardante le condizioni di vita e di sviluppo delle donne nipponiche, tradizionalmente svantaggiate rispetto agli uomini (sotto il punto di vista familiare, economico, sociale, intellettuale…), «disprezzate e trattate come se fossero serve».

Ispirato alle considerazioni condotte da studiosi e pensatori stranieri (quali il filosofo Herbert Spencer e la suffraggetta Millicent Garrett Fawcett), il testo affonda le sue radici nel contesto e nella storia estremo-orientale, demolendo le argomentazioni utilizzate dai misogini per rivendicare invece eguali diritti e possibilità tra i due sessi in ogni campo

Lo sguardo di Nakajima Shōen spazia così dalle scrittrici Murasaki Shikibu e Sei Shōnagon sino a personaggi quali la zarina Caterina e Maria Teresa d’Austria, per mostrare come le donne posseggano doti e capacità assolutamente pari a quelle virili, spesso purtroppo soffocate da pregiudizi e limitazioni di ogni sorta.

Acuta e caustica, l’autrice non risparmia giudizi taglienti sulla realtà contemporanea e sulle stesse debolezze delle donne, talvolta accusate di esser troppo remissive e preda di facili timori. Eppure, esse dispongono dell’arma più potente, l’unica forse davvero in grado di vincere ogni battaglia. E è a questa che l’autrice si appella quando, all’apice dello sdegno, invoca: «noi donne, tutte insieme, occupiamoci di scacciare questo demone [del potere maschile] utilizzando la forza dell’intelligenza».

 

Immagine: Kikuchi Keigetsu, Fare una passeggiata (1934)

Un Giappone all’altezza del cuore: “La tristezza del petto di pollo nipponico” di Giulio Motta

tristezza_del_petto_di_polloSe state cercando cascate di petali di sakura, languide geisha in kimono o samurai eroici, sappiatelo: La tristezza del petto di pollo nipponico non è il libro che fa per voi. E attenti a non farvi traviare dal titolo: sotto la sua irriverenza si nascondono riflessioni agrodolci e ironiche su numerosi aspetti del Sol Levante, nazione in cui l’autore, Giulio Motta – programmatore, musicista, traduttore di videogiochi nonché comico – risiede dal 2005.

Ed è proprio in Giappone che lui ha vissuto, insieme a sua moglie Asami e al loro bambino, molte delle incertezze legate al terremoto dell’11 marzo 2011 e, soprattutto, alla minaccia di una catastrofe nucleare; incertezze che, fra mille dubbi, lo hanno riportato con tutta la famiglia per qualche mese in Italia, senza che le preoccupazioni per il paese estremo-orientale potessero cessare.

Scritto ‘di pancia’ e lungi dal volersi presentare come un’opera che idealizza o si scaglia aprioristicamente contro il Giappone, La tristezza del petto di pollo nipponico piuttosto appare – anche per via della sua sincerità disarmante e del suo linguaggio talvolta caustico – un ibrido tra un romanzo e una pagina di diario, in cui l’autore riversa dubbi, paure e speranze riguardanti il presente e il futuro non soltanto della propria vita, ma dell’intero Giappone.  

Emblema e culmine di tutto ciò diventa, quasi per caso, una serata tra amici in una pizzeria giapponese, che ben presto prende pieghe inaspettate e quasi surreali: a zonzo in una Tokyo fatta di konbini, locali kitsch e love hotel, tra ragazze fetish, bassisti poco loquaci, salarymen in cerca di emozioni forti, riuscirà il nostro eroe a comprendere quale sia il suo posto nel mondo?

Ps: qui, per chi fosse curioso, il primo capitolo del volume.

Recensione di “Ali” di Mishima in “Bonsai & suiseki magazine” (gennaio-febbraio 2013)

bonsai suiseki magazine<<Bonsai & suiseki magazine>> è una rivista online totalmente gratuita – più unica che rara nel panorama italiano -, che non si occupa soltanto di botanica e dintorni, ma tenta di approfondire molteplici aspetti della cultura giapponese.

Per esempio, oltre alla mia recensione di Ali di Mishima Yukio (p. 109), (altro…)

“Il cibo è un fumetto” di Valeria Brignani: quando il kawaii incontra la cucina giapponese

kawaii osaka insegna valeria brignaniDopo l’articolo di Valeria Brignani sul punk giapponese contro il nucleare, oggi ho il piacere di ospitare un altro suo contributo, “Il cibo è un fumetto”, apparso ne L’Unità del 18 novembre 2012, e dedicato questa volta alla presenza del kawaii (tutto ciò che è tenero e carino) nella cucina giapponese, dalle insegne dei ristoranti alle etichette degli alimenti. Anche le foto presentate sono di Valeria Brignani. Buona lettura!

Kawaizza ciò che mangi potrebbe essere il motto ufficiale dell’industria e del commercio alimentare nel Paese del Sol Levante. (altro…)

Un regalo per ringraziarvi: nasce il canale Youtube di Biblioteca giapponese

2013, anno del serpente
2013, anno del serpente

Per prima cosa: tanti auguri per un ottimo 2013! In secondo luogo: grazie, grazie davvero.

Perché, senza i vostri stimoli, difficilmente sarei riuscita a realizzare 104 post in dodici mesi, com’è accaduto. E, con buone probabilità, avrei faticato ancora di più a superare le difficoltà di un 2012 che, a livello personale, è stato durissimo.

 

Abbiamo atteso la pubblicazione del terzo volume di 1Q84 di Murakami Haruki, per poi commentarlo insieme;
abbiamo parlato di Banana Yoshimoto e Mishima Yukio, ma anche di arte, cultura, cucina, manga e anime e molto altro;
ci siamo incontrati a Bari per L’odore intimo del Giappone (compagnia teatrale Notterrante), al Doozo di Roma per Racconti di Giappone in una tazza di tè, al Festival giapponese di Firenze per Ciak, si legge: quando la letteratura giapponese diventa cinema;
abbiamo chiacchierato a lungo nella pagina Facebook del blog…

Mi sembra giusto quindi farvi un piccolo regalo: ecco a voi il canale Youtube di Biblioteca giapponese! Qui troverete alcuni miei video girati in Giappone e, ben presto, compariranno anche clip dedicate a eventi legati al blog, iniziative interessanti (presentazioni, spettacoli…) e letture. Spero possa farvi piacere. 🙂

Io sono prontissima per 2013 insieme: e voi? 🙂

Foto tratta da Happy Lilac.

 

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