È estroversa, ottimista, determinata a raggiungere i suoi obiettivi: a soli diciotto anni Ichiko sembra avere le idee chiare quasi su tutto, specie sui suoi sentimenti per Eri, la sua compagna, poco più grande di lei, con la quale condivide ogni cosa, dalle piccole gioie quotidiane alle faccende più spinose.

Proprio dal rapporto con lei nasceranno i più grandi interrogativi di Ichiko, a partire dalla famiglia in cui è cresciuta: quali forme può prendere l’affetto e perché? La vita dovrebbe esser sempre improntatata alla coerenza, o altro conta di più? E cosa significa esser se stess*?

Nel manga Love my life (trad. Susanna Scrivo, 2019), pubblicato in unico volume da Dynit Manga, Ebine Yamaji esplora alcune possibili risposte a queste domande dalla prospettiva di una coppia lesbica che si confronta tanto con le difficoltà di fare coming out quanto con le responsabilità dell’età adulta, legate a questioni quali la scelta del lavoro, la volontà di costruire una relazione solida nonostante gli ostacoli, il bisogno di rendersi autonomi dai propri genitori.

Malgrado la complessità dei temi, Ebine Yamaji presenta questi in maniera immediata e fresca, senza moralismi e, soprattutto, senza compromettere la bellezza acerba, l’intensità e la tenerezza delle storie d’amore, amicizia e complicità che si dipanano fra le pagine.

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