Mese: Dicembre 2016

Il gatto di Capodanno (da “Il gatto venuto dal cielo” di Hiraide Takashi)

gatto finestra

Se escludiamo la notte di Capodanno (quando andai a suonare una volta la campana in un vecchio tempio buddista del vicinato, a pregare in un tempio shintoista che si trova in una direzione diversa e poi a mangiare la prima soba dell’anno in un locale aperto a notte fonda), per il resto del tempo rimasi alla scrivania, senza nessuna concessione ai festeggiamenti di fine e inizio anno. L’incombere delle scadenze del lavoro appesantiva l’atmosfera in casa, in particolare all’approssimarsi dell’alba. Ma, ogni volta, quando la stanchezza accumulata rendeva il momento critico, attraverso la grande finestra a sud, di fronte alle nostre due scrivanie, vedevamo comparire una piccola ombra biancastra che saliva sul portico e appoggiava entrambe le zampe anteriori sulla cornice della finestra, spiando verso l’interno. Allora aprivamo la finestra per accogliere l’ospite portato dall’aurora invernale e l’atmosfera in casa si rianimava in un attimo. Chibi fu il nostro primo «benaugurante». I «benauguranti» sono delle persone che girano per le case a fare gli auguri per il nuovo anno. Caso singolare, il benaugurante in questione entrò dalla finestra e, per di piú, non disse neanche una parola d’augurio. Però sembrava sapere esattamente come inchinarsi in un bel saluto con le zampette anteriori unite davanti a sé.

Hiraide Takashi, Il gatto venuto dal cielo, trad. di L. Testaverde, Einaudi, p. 22

immagine tratta da qui

“Il peso dei segreti” di Shimazaki Aki

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Matsumoto Shiori

Le storie nella Storia, si sarebbe tentati di definire sbrigativamente Il peso dei segreti di Shimazaki Aki (trad. C. Poli, Feltrinelli, 2016, pp. 394, € 19, ora in offerta a 16,15), da anni residente in Canada, dove insegna giapponese e traduce.

Leggendo questo ciclo romanzesco che solca tutto il Novecento, torna alla mente una citazione di Tolstoj in particolare: “Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo” (trad. P. Zveteremich). Anche quella di Namiko non fa eccezione. Una madre anziana, un figlio alle soglie dell’adolescenza, piccole commissioni da sbrigare, e poi, all’improvviso, una crepa nella quotidianeità da cui si riversa, inatteso, un mondo perduto costellato di tradimenti, scoperte inattese e dolore, che ha per sfondo alcuni delle pagine più tragiche della cronaca giapponese dell’ultimo secolo, quali l’invasione della Manciuria, le ritorsioni contro i coreani e l’ascesa del nazionalismo durante la seconda guerra mondiale.

Sullo sfondo, imponente e implacabile, l’ordigno nucleare lasciato precipitare su Nagasaki nel 1945, capace, come il terremoto che colpì duramente il Kantō e Tōkyō nel 1923 (altro evento protagonista dell’opera), di stravolgere vite e seppellire – ma non in eterno – segreti. (altro…)

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