Questa prima metà del 2015 ci ha regalato molti interessanti titoli, fra cui l’edizione economica del Genji monogatari curata da Maria Teresa Orsi e Uomini senza donne di Murakami Haruki. I libri in arrivo per l’autunno e l’inverno 2015 potete invece trovarli qui.
*Romanzi*
- La storia di Genji di Murasaki Shikibu (trad. di Maria Teresa Orsi, Einaudi, pp. 1400). Questo grande classico è ora disponibile sia nella versione ‘economica’ da 23,80 €, sia nella versione cartonata da 76,50.
- Uomini senza donne di Murakami Haruki (trad. di Antonietta Pastore, Einaudi, pp. 250, € 16,15). Dalla presentazione dell’editore: “Il protagonista di Samsa innamorato, un giorno, si sveglia in un letto e scopre con orrore di essersi trasformato in un essere umano. Non ricorda nulla della sua vita precedente. Sa solo che si chiama Gregor Samsa. Che fine ha fatto lo spesso carapace che lo proteggeva? E perché adesso è ricoperto da questa sottile, delicata pelle rosa? Chi, o cosa, era prima di quel risveglio? Insomma, adesso Samsa dovrà adattarsi alla nuova e “mostruosa” condizione di uomo. Quando però alla sua porta bussa una ragazza il cui fisico è deformato da un’enorme gobba, Samsa dovrà fare i conti con qualcos’altro di sconosciuto: il desiderio e l’erotismo visto con gli occhi nuovi di chi sa andare oltre le apparenze. Habara, il protagonista di Shahrazàd, è un uomo solo, confinato in una casa nella quale gli è vietato ogni contatto col mondo. Non sapremo mai perché, e in fondo non è importante: quello che sappiamo è che il suo unico svago sono le visite regolari di una donna misteriosa che lo rifornisce di libri, musica, film… e sesso. Ma soprattutto gli racconta delle storie, come faceva Shahrazàd nelle Mille e una notte. E in queste storie Habara si tuffa come un bambino, finalmente libero.”.
- Il lago di Yoshimoto Banana (trad. di Gala Maria Follaco, pp. 192, € 9, 75). Dal sito dell’editore: “Chihiro ha perso da poco la madre e sta cercando di rifarsi una vita a Tokyo, lontano dalla cittadina di provincia a cui la legano brutti ricordi. Nakajima è tormentato da un passato misterioso che gli impedisce di vivere fino in fondo i propri sentimenti. Mino e Chii vivono in una casa nei pressi di un lago, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio. Il lago è uno dei migliori e più sorprendenti romanzi di Banana Yoshimoto, poetico e inquietante, racconta una storia d’amore inusuale, dove il bisogno di affetto e comprensione diventano più importanti dei tradizionali cliché di una relazione.”.
- Pioggia sul viso di Kirino Natsuo (trad. di Gianluca Coci, Neri Pozza, pp. 382, € 15,30 – qui la mia recensione su Pagine Zen). A voi la trama: “Dalle finestre del suo appartamento all’undicesimo piano, Murano Miro osserva la foschia che avvolge i grattacieli e i locali a luci rosse di Tokyo. Trentadue anni, senza un filo di trucco, il volto pallido e i capelli corti, Miro si spoglia, fa una doccia, beve un caffè bollente, ma la sensazione che quella nebbia umida e fastidiosa non sia solo fuori, ma anche dentro di sé, non l’abbandona. Forse è colpa della pioggia incessante o dell’incubo in cui le è apparso in sogno il fantasma del marito. Oppure della telefonata notturna a cui non ha risposto. Quando il campanello suona e sulla porta appaiono Naruse – l’amante della sua cara amica scrittrice Yoko – e uno sconosciuto «ripugnante», vestito con «camicia di seta blu elettrico, pantaloni turchesi e Rolex d’oro con diamanti», Miro apprende finalmente a cosa attribuire la sua sgradevole sensazione: Yoko ha rubato cento milioni di yen a un pericoloso boss della yakuza e poi è scappata! La giovane donna non si è ancora ripresa dallo shock di quella notizia, che i due uomini la trascinano ai piani alti di un grattacielo di Shinjuku, dove il boss Uesugi le concede una settimana di tempo per recuperare i soldi o dimostrare la propria estraneità ai fatti. Scortata da Naruse e dal giovane yakuza Kimishima, Miro intraprende una disperata corsa contro il tempo. Cerca tracce dell’amica nel suo appartamento, interroga editori, familiari, amici, e persino Fujimura e Yukari, gli assistenti di Yoko. Tutti, però, si dicono all’oscuro dei fatti. Anche se è convinta che qualcuno di loro stia mentendo, in mano non ha nessuna prova, nessuna pista – niente di niente. Quando il celebre musicista Kawazoe Katsura le racconta che Yoko si trovava in Germania per scrivere un reportage sulle discriminazioni razziali dei giapponesi a Berlino e lì, travestita da prostituta, ha assistito all’assassinio di un pericoloso capo neonazista, i dubbi e le domande di Miro, anziché dileguarsi, aumentano. Chi ha rubato i soldi? Dov’è ora Yoko? E per quale motivo frequentava assiduamente locali di bondage e sadomaso? Dopo lo strepitoso successo de Le quattro casalinghe di Tokyo, Natsuo Kirino torna con un noir adrenalinico che riunisce tutti gli ingredienti che l’hanno fatta conoscere e amare nel mondo: il sesso, gli intrighi di potere, i desideri più inconfessabili degli uomini e «gli estremi della psiche umana che si affacciano sull’orrore» (The Washington Post).”.
- Il minatore di di Sōseki Natsume (traduzione di Antonio Vacca, disponibile in Amazon). Qui è possibile leggerne un bell’estratto.
- Il gatto venuto dal cielo di Hiraide Takashi (trad. di Laura Testaverde, Einaudi, 2015, pp. 140, € 15,30). Dal comunicato stampa: “In questo romanzo, ambientato verso la fine degli anni Ottanta in Giappone, Takashi Hiraide racconta la storia dell’amicizia sbocciata tra una giovane coppia e un gatto fuori dal comune. Marito e moglie – lui redattore per una casa editrice, lei lettrice di bozze – abitano nella dépendance di una grande dimora, al centro di una splendida tenuta pervasa
da una misteriosa serenità. La loro vita scorre tranquilla, anche se scolora spesso nel grigio dell’abitudine. Almeno finché non compare Chibi, un gatto bianco come la neve. A poco a poco, l’esistenza dei due giovani verrà irrimediabilmente trasformata dalla presenza del gatto, che diventerà un ospite atteso con trepidazione, curiosità e affetto. Ma il capriccioso Chibi, che quasi incarna lo spirito del giardino, va e viene come gli garba, conservando nella relazione con gli umani una caparbia indipendenza. Con il passare del tempo, però, cominceranno ad instaurarsi riti e abitudini quotidiane, e la coppia finirà per affezionarsi sempre di piú al gatto, fino a pensare di addomesticarlo. Chibi, che non si farà mai scappare un miagolio o prendere in braccio, diventerà la luce capace di rischiarare, con tenerezza e allegria, una parentesi difficile nella vita dei nuovi «padroni». Poco tempo dopo, però, quando la casa sarà messa in vendita e il giardino, con i suoi alberi ombrosi e lo stagno dei fiori di loto, verrà abbandonato, arriverà anche il momento di dire addio a Chibi. E rimettersi in marcia.”.
- La lotta dei tori di Inoue Yasushi (trad. di Atsuko Ricco Suga, Skira, pp. 114, € 11,05). Dalla presentazione ufficiale: “Ambientato in un paese appena uscito dalla guerra e ancora profondamente marchiato dalla sconfitta, questo romanzo narra la vicenda di Tsugami, giornalista di Osaka che decide di impegnare la testata per cui lavora nella sponsorizzazione di un combattimento di tori. Il racconto segue le fasi organizzative di questa grande scommessa, che per mesi assorbe completamente il protagonista regalandogli spregiudicatezza e combattività: ambizioni che cercano maldestramente di riscattarne lo smarrimento e la frustrazione per la fine di una civiltà e la perdita degli antichi ideali. Lo scontro dei tori, evento culminante di tutte le tensioni, diventa così il simbolo di una società in ginocchio, che tenta con fatica di risollevarsi e riprendersi dalle ferite del dopoguerra.”.
- Il protocollo ombra di Takano Kazuaki (trad. di Vito Ogro, Garzanti, pp. 509, versione Kindle a € 9,99). Ecco la trama: “Nello Studio Ovale la luce attraversa a malapena i vetri blindati alle spalle dell’uomo seduto alla scrivana, il capo chino. Il presidente Burns deve fronteggiare la più grave crisi nella storia degli Stati Uniti d’America. A diecimila chilometri di distanza, nel profondo della giungla congolese, un antropologo americano tiene per mano la causa di quella crisi. È solo un bambino. Si chiama Akili. Ha tre anni. Akili è una forma di vita evoluta con un’intelligenza di gran lunga superiore a quella dell’homo sapiens. È il primo della sua specie e può rappresentare il futuro della razza umana. Ma rischia di essere l’ultimo. Le capacità di analisi della sua mente gli permettono di decifrare ogni codice, di prevedere ogni operazione militare, di vanificare qualsiasi strategia. Per questo è un pericolo, e deve essere eliminato. La delicata missione, nome in codice «Nemesis», viene affidata a un team di mercenari, capeggiati dall’ex operativo delle forze speciali Jonathan Yaeger. Ma quando giunge in Congo ed entra per la prima volta in contatto con il proprio obiettivo, Yaeger capisce che forse gli ordini che ha ricevuto questa volta non devono essere eseguiti. Che quel bambino può davvero rappresentare la speranza in un mondo, in un’umanità migliori. Che proprio da Akili può venire la cura per la rara patologia che ha colpito la persona che Jonathan ama di più. Ma schierarsi in difesa di Akili, significa inimicarsi la potenza militare più grande del pianeta.”.
- Tokyo Noir di Nakamura Fuminori (trad. di Gianluca Coci, Mondadori, pp. 173, € 14,45). Dicono di lui: “Nishimura è un ladro. Passa le giornate camminando solitario per le strade di Tokyo senza che nessuno si accorga della sua presenza. Con la grazia di un ballerino compie la sua danza tra i corpi dei passanti. Una danza durante la quale la sua mano leggera sfila dalle tasche delle prede portafogli e preziosi. Le sceglie con cura, le sue vittime. Ha imparato a distinguere con un’occhiata i più ricchi tra la folla, quelli che possono permettersi di essere derubati. Vive solo, senza famiglia, con poche parole, lasciandosi trasportare dalla corrente dei giorni, distante da tutto, come se attraversasse le atmosfere ovattate di un sogno. Ma due incontri stanno per cambiare la sua vita. Il primo è con un ragazzino che scopre a rubare maldestramente del cibo in un supermarket. Lo specchio di un tempo lontano della sua vita. Un incontro che gli farà riscoprire la possibilità di avere un legame, segnando la nascita di un’amicizia strana e profonda tra il miglior borseggiatore di Tokyo e un bambino troppo solo. Il secondo incontro è quello con Kizaki, uno dei più grandi criminali giapponesi, il quale lo coinvolgerà in una serie di rapine, che sveleranno a poco a poco un disegno crudele e geniale, assolutamente imprevisto e imprevedibile. Nakamura Fuminori, nuovo enfant prodige della letteratura giapponese, debutta in Italia con un noir appassionante e sorprendente, capace di tenere il lettore incollato alla pagina, bilanciando alla perfezione le atmosfere metropolitane e misteriose di Tokyo, una trama avvincente piena di colpi di scena e personaggi che parlano al cuore. Un libro che ha avuto un’accoglienza entusiastica tanto in patria, dove ha venduto centinaia di migliaia di copie e si è meritato importanti elogi, tra cui quelli del Premio Nobel Kenzaburo Oe (che ha conferito a Tokyo noir il premio letterario a lui dedicato), quanto negli Stati Uniti, dove è stato scelto tra i libri dell’anno dal Los Angeles Times e dal Wall Street Journal.”.
*Racconti*
- Il discepolo del demonio di Hamao Shiro (traduzione e postfazione di Francesco Vitucci, Atmosphere libri, pp. 176, € 12,75). Dal sito dell’editore: “Muovendosi nell’ambito di un genere poliziesco a carattere legale, l’ex procuratore nonché avvocato Hamao Shirō ci racconta di intricate relazioni umane dove il movente sentimentale dei delitti si combina a unanalisi sociale acuta e disincantata, infondendo ai propri racconti una profondità e ununicità assoluta nel panorama del noir giapponese dei primi anni Trenta. I suoi misteriosi e affascinanti personaggi si trovano coinvolti in casi liminari dove il confine tra innocenza e colpevolezza risulta sempre più sfumato, tanto da porre in discussione lo stesso sistema processuale chiamato a giudicarli. I quattro racconti di questo volume rappresentano le prime opere letterarie di Hamao Shirō (1896-1935). Akuma no deshi (Il discepolo del demonio), Kare ga koroshitaka (Li ha uccisi lui?), Tasogare no kokuhaku (Confessioni al tramonto) e Seigi (Giustizia) sono stati scritti in un breve arco di tempo, dal gennaio del 1929 all’aprile del 1930, nel periodo d’esordio di questo importante autore finora ingiustamente trascurato in Occidente.”.
*Libri per bambini*
- Moka di Satoe Tone (trad. di Giulia Belloni, Kite edizioni, 2015, pp. 32, € 16, in offerta a 14,40). Qui la mia recensione.
- Una passeggiata nel cielo di Yuichi Kasano (trad. di E. Scantamburlo, Baba libri, pp. 32, illustrato, € 9,78)
*Saggistica*
- Sull’haiku di Yves Bonnefoy (trad. di A. Cocco, O Barra O edizioni, pp. 92, € 12,75). Dalla presentazione dell’editore: “Sono qui raccolti quattro saggi fondamentali del poeta e critico francese Yves Bonnefoy, che costituiscono la summa della sua riflessione intorno agli haiku portata avanti nel corso degli anni. Rileggendo l’opera del poeta giapponese Basho, Bonnefoy ci conduce direttamente al cuore dell’irriducibile differenza tra la poesia occidentale e quella orientale, tra la volontà di concettualizzare il reale attraverso la lingua della prima e la ricerca di un’esperienza immediata e transitoria della seconda. Esistono forme brevi analoghe a quelle degli haiku nelle nostre letterature? La traduzione nelle lingue occidentali può restituire la sintesi e il gesto contenuti nelle diciassette sillabe dell’haiku? Attraverso un approccio linguistico e filosofico, Bonnefoy espone alcune questioni essenziali che pongono il pensiero occidentale di fronte a un diverso essere al mondo poetico. Prefazione di Giangiorgio Pasqualotto.”.
- Animerama. Storia del cinema d’animazione di Maria Roberta Novielli (Marsilio, pp. 256, € 20,40). Dalla presentazione dell’editore: “A partire dal pre-cinema fino a oggi, il volume percorre in modo esaustivo ed efficace la storia del cinema d’animazione giapponese attraverso i suoi protagonisti, le logiche produttive, ma soprattutto nelle sue intersezioni con la cultura e la società nipponica, di cui ha tradotto nel tempo ogni tensione e mutamento. Accanto ai nomi più noti al pubblico italiano, scorrono i profili di artisti e sperimentatori che hanno contribuito a rendere questa storia unica e meravigliosa”.
- Storia del go di Marco Milone (acquistabile da qui). Ecco la presentazione dell’autore: “In Cina viene chiamato 圍棋 (weiqi o wei-ch’i), da wei (圍), ‘accerchiare’, e qi (棋), ‘pedina’, mentre in Giappone come 囲碁 (igo), in Corea come 바둑 (baduk) e ancora in Vietnam come cờ vây. Nei paesi occidentali viene chiamato comunemente con il nome giapponese ‘go’. Le origini del gioco sono incerte, e le leggende fanno risalire il gioco al leggendario imperatore cinese Yao (2337-2258 a.C.), che, secondo la versione principale, lo fece inventare dal suo consigliere Shun allo scopo di insegnare a suo figlio Danzhu la disciplina e la concentrazione, oltre che l’equilibrio interiore. Esistono tante teorie, tra le quali pure che che il materiale del gioco del go fosse inizialmente utilizzato per predire il futuro. La prima testimonianza scritta del gioco è ritenuta quella presente negli annali intitolati Zuo Zhuan, risalenti probabilmente al IV secolo a.C. Il gioco viene menzionato anche nel libro XVII dei Dialoghi di Confucio, risalente al III secolo a.C. circa, e in due dei libri di Mencio (III secolo a.C.). Essendo un gioco aristocratico non godette probabilmente di un articolato impianto teorico sin dagli albori: bisognerà attendere sino al 1050 per una maggiore popolarizzazione del gioco e vedere il primo trattato completo sul go ‘Qijing Shisanpian -Classico del Weiqi in tredici capitoli’. Il go raggiunse la Corea presumibilmente già nel V secolo, sebbene si abbiano prove della sua diffusione solo a partire dal VII secolo. Nello stesso periodo il gioco si era diffuso pure in Giappone, dove era molto popolare presso la corte imperiale, e lo sarà anche presso il popolo a partire dal XIII secolo. Nel 1603 Tokugawa Ieyasu, dopo avere creato un governo nazionale unificato, nominò ‘Godokoro-Ministro del go’ il miglior giocatore di go giapponese, il monaco buddhista Nikkai , poi Honinbo Sansa, che fondò la scuola di go Honinbo; di lì a poco furono fondate altre scuole che miglioreranno il livello di gioco e introduranno il sistema di classificazione dan/kyu dei giocatori. I giocatori delle quattro scuole (Honinbo, Yasui, Inoue, Hayashi) gareggiavano nelle annuali ‘partite del castello’, giocate alla presenza dello shogun. In Occidente la diffusione inizia solo a metà del XIX secolo, quando il tedesco Oskar Korschelt scrive un trattato sul gioco. Nel 1905 Edward Lasker imparò il gioco mentre era a Berlino; quindi, trasferitosi a New York, Lasker fondò il New York Go Club assieme ad Arthur Smith, che aveva imparato il gioco mentre viaggiava in Oriente e aveva pubblicato il libro The Game of Go nel 1908. Solo nel 1982 fu fondata la International Go Federation, che oggi raccoglie 71 paesi membri.”.
- La letteratura giapponese di Marcello Muccioli (a cura di Maria Teresa Orsi, L’Asino d’oro, pp. 518, € 22,10), nuova edizione riveduta e aggiornata.
- WA l’essenza del design giapponese di Rossella Menegazzo e Stefania Piotti (co-edizione Phaidon – L’Ippocampo, pp. 288, € 39,90). Dalla presentazione: “‘Wa’, in giapponese, rimanda al concetto di armonia e pace, ma è anche sinonimo del Giappone e della sua cultura. Per questo è stato scelto come chiave di lettura per riferirsi a quella ‘giapponesità’ che l’Occidente identifica come paradigma di bellezza e che nel campo del design si traduce nella semplicità delle forme, nell’utilizzo di materiali naturali, ma anche in un’attitudine interiore nei confronti dell’artigianato, dell’arte e della vita in generale. Dai kimono alle scatole da cibo laccate, dai ventagli alle ceramiche Raku, passando per i pezzi classici di maestri come Shiro Kuramata e Sori Yanagi senza tralasciare le produzioni di stilisti contemporanei e designer emergenti, le 250 opere si susseguono tracciando deliziosi parallelismi tra passato e presente, tra forme e materiali, in un gioco di irregolarità e asimmetrie, di pieni e vuoti, per guidare il lettore in un bellissimo viaggio alla scoperta dello spirito del Sol Levante.”.
- L’arte del sushi a cura di Stefania Viti (Gribaudo, pp. 168, € 10,97). L’editore lo presenta così: “Un punto di vista originale e completo per scoprire il valore e i significati che si celano dietro al sushi e al suo mondo. Il volume si rivolge agli appassionati della cucina e della cultura orientali, oltre che ai curiosi desiderosi di approfondire la conoscenza di quello che non è semplicemente un “cibo”, ma il simbolo della cultura gastronomica giapponese. Ad accompagnarci in questo viaggio gastroculturale, le penne di esperti che attraverso brevi ma prestigiosi saggi ci aiutano a comprendere e conoscere meglio i segreti di un piatto semplice solo all’apparenza, che è stato capace di sedurre il mondo. Storia, geografia, tradizioni e riti, economia, cinema e letteratura, ma anche il rapporto tra il sushi e l’Italia e il sushi d’autore, quello dei grandi chef, sono alcuni degli argomenti affrontati in questo volume. Arricchiscono il manuale fotografie, disegni, tavole di manga originali e schede di approfondimento che aiutano il lettore a orientarsi e a soddisfare le curiosità. Per comprendere che ciò che mangiamo è anche la storia racchiusa in un boccone.”.
Ps: come sempre, grazie a Barbara per le preziose segnalazioni.
Salve
dovrebbe uscire anche gli ultimi due libri della tetralogia di Banana yoshimoto quest anno.
Buongiorno, Alain.
Per ora sono a conoscenza solo dell’uscita di uno di questi libri, “Il lago”, che vedrà la luce entro fine mese. Appena saprò qualcosa del quarto volume, pubblicherò aggiornamenti in merito.
Buona giornata,
Anna Lisa
Avete mai visto questo sito? buttate un occhio! http://www.sayuki.net
E’ appena uscito “Il Futon”, di Tayama Katai, ed. Marsilio.
Un altro autore del Novecento Giapponese per la prima volta tradotto in Italia.
Grazie, Barbara!
Io ti segnalo che ieri ho visto in libreria “La lotta dei tori” di Yasushi Inoue e che “Radio imagination” è dato in uscita per giugno/luglio.
…ed è anche appena uscito “La lotta dei tori”, di Inoue Yasushi, ed. Skira.
Sempre dalla casa editrice Atmosphere Libri – la stessa dell’appetitosto “Il discepolo del demonio” – scopro che è stato pubblicato un altro spero promettente romanzo: “Amici”, di Kazumi Yumoto.
segnalo per tutti coloro che, come me, sono affamati di letteratura giapponese. Ma mi viene il dubbio che Annalisa ne abbia forse già parlato?
Un caro saluto
Barbara