soldato americano occupazione giapponese tokyo 1946
Un soldato americano abbraccia una donna giapponese, mentre contemplano il parco Hibiya, a Tokyo (21 gennaio 1946. Copyright: AP Photo/Charles Gorry)

Eccolo, finalmente, sotto spessi strati di immacolata carta velina. Ha pieghe, macchie, orecchie. La quarta di copertina è andata persa chissà come. Le pagine – tenute saldamente assieme da due grosse graffette arrugginite – sono ingiallite, impregnate di un sottile ma persistente odore di muffa. Eppure, al momento di sfogliarlo, mi tremano le mani. Della grandezza di un palmo per poter abitare tasche e sacche, ha probabilmente già toccato tre continenti – America, Asia e Australia, da dove mi è stato spedito – prima di arrivare sulla mia scrivania, consunto e quasi spossato dagli anni, dalle memorie, dal viaggio.

frasario inglese-giapponese seconda guerra mondiale 1È, infatti, una delle copie del frasario giapponese in dotazione alle truppe americane nella seconda guerra mondiale, come ricordano la data (February 28, 1944) e i perentori avvertimenti (“for military personnel only”; “[it] is not to be republished in whole or in part without the consent of the War Department”, ecc.).

Il libretto è articolato in dodici sezioni: Emergency expressions, General expressions, Personal needs, Location and terrain, Road and transportation, Communications, Reconnaissance, Landing a plane, Numbers, size, time, etc., Additional terms, Important signs (che riporta il significato dei principi cartelli giapponesi) e, infine, Alphabetical word list. In ciascuna parte, le pagine vanno lette a coppia: nella prima colonna, a sinistra, è riportato un termine o un’espressione in inglese, nella seconda la sua pronuncia giapponese (utilizzando, come suoni di partenza, quelli americani), nella terza la trascrizione Hepburn del termine o dell’espressione equivalente in giapponese, nella quarta e ultima la trascrizione in kanji (ideogrammi), hiragana o katakana (i due sillabari utilizzati in giapponese). Così, per esempio, meat (‘carne’), è rispettivamente seguito da: nee-koo (pronuncia per parlante americano), niku (trascrizione Hepburn) e 肉 (ideogramma di ‘carne’).

Sfogliando il volume, accanto a frasi prettamente militari che danno ancora un brivido (come How many machine guns are there? ‘Quante mitragliatrici ci sono?’), se ne trovano altre teneramente umane – This package contains books/candy (‘Il pacco contiene libri/dolci’) -, accompagnate da lunghi elenchi di oggetti quotidiani (talco, lampadina, rasoio da barba, lassativo, insetticida…). Piccole, quasi impercettibili tracce del bisogno – non solo pragmatico – di ritrovare una parvenza di normalità nell’estrema precarietà.frasario inglese-giapponese seconda guerra mondiale 2

L’immagine in bianco e nero è tratta da qui.

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