L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio: questo il nome del nuovo, attesissimo romanzo di Murakami Haruki, in uscita in primavera per Einaudi (trad. di A. Pastore, pp. 260, € 20, ora in offerta a 17), più precisamente il 20 maggio 2014.
La casa editrice presenta così l’opera:
La vita di Tasaki Tsukuru è tranquilla e priva di ombre. Ma alla soglia dei trent’anni qualcosa in questa compiuta serenità inizia a incrinarsi, e un dolore di tanti anni
prima riaffiora e si fa immenso: perché i suoi amici del liceo all’improvviso l’hanno abbandonato? Finalmente deciso a capire, Tsukuru si metterà sulle loro tracce. Ma la sua ricerca lo condurrà a un’altra verità, ben piú inquietante, sulla morte di Shiro, un tempo parte del gruppo, vittima di un omicidio misterioso e ancora insoluto. E ciò con cui Tsukuru dovrà fare i conti sarà un magmatico universo di emozioni troppo a lungo soffocate nel nome di un’ideale, perfetta amicizia. Affrontando finalmente il passato, Tskuru riuscirà a conquistarsi un futuro?
Un libro che sembra mettere insieme solitudine, inquietudine e mistero: una miscela di elementi che i lettori dello scrittore giapponese ben conoscono, in gran parte rintracciabili anche in questo brano:
Dal mese di luglio del suo secondo anno di università al gennaio seguente, Tasaki Tsukuru era vissuto con un solo pensiero in testa: morire. Nel frattempo aveva compiuto vent’anni, ma raggiungere la maggiore età non era stato per lui un evento particolarmente significativo. Metter fine ai suoi giorni, alla sua esistenza, gli sembrava la cosa piú naturale e coerente, e ancora oggi non riusciva a capire per quale motivo non avesse mai fatto quell’ultimo passo. E dire che, all’epoca, varcare la soglia che separa la vita dalla morte gli sarebbe stato piú facile che bere un uovo crudo!
Se Tsukuru non tentò mai realmente di suicidarsi, fu forse perché la sua idea della morte era così pura e intensa, che nella mente non riusciva ad associarla a un’immagine concreta. Il problema della realizzazione pratica restava in secondo piano. Se si fosse imbattuto in una porta che conduceva alla morte, probabilmente l’avrebbe aperta senza esitazioni. Per lui sarebbe stato un prolungamento dei gesti quotidiani, che non avrebbe richiesto alcuna profonda riflessione. Tuttavia, fortunatamente o no, intorno a sé quella porta non la vide mai.
Pochi mesi di pazienza e scopriremo finalmente cosa si annida nel passato di Tsukuru: nel frattempo, potete ingannare l’attesa leggendo la ricca recensione di Giappone mon amour all’edizione nipponica, pubblicata nell’aprile 2013.
Ps: un grazie enorme a Nana per le anticipazioni!
Meraviglioso! Avevo letto l’accurata recensione su Giappone Mon Amour e mi ero chiesta quanti “secoli” avremmo dovuto attendere prima dell’edizione italiana, ed ecco qui una piacevolissima sorpresa! Fino all’anno scorso si vociferava di un 1Q84 – Parte Quarta, invece ecco un romanzo nuovo e totalmente svincolato dall’impegnativa triologia che ha catturato la nostra attenzione negli ultimi tre anni.
Non vedo l’ora.
In fervente attesa. Da quando ho scoperto il tuo sito è rinata in me la voglia di libri giapponesi.
Sotto le feste farò una scorpacciata di libri che hai recensito. Grazie,grazie!
Dunque, ci siamo.
E’ questa la settimana in cui potremo finalmente trovare in libreria il nuovo romanzo di Murakami.
All’epoca di 1Q84, Annalisa, se non ricordo male, inugurasti un circolo di lettura per leggere tutti insieme il romanzo.
Questa volta che cosa intendi fare? Ti dico la verità, L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio mi incuriosisce molto, molto, molto di più di quanto all’epoca mi incuriosii “IchiKyuhachiyon”, forse perchè di quella storia erano già filtrate indiscrezioni di ogni genere…in questo caso, a parte l’incipit della trama, non abbiamo molto in mano…E’ però un evento, bisognerebbe festeggiare…
Io sono una tra quelli che pensano che il Nobel per la Letteratura a Murakami, non so come, gli “stonerebbe”. Non è da lui e non credo nemmeno che ci tenga o che segretamente se lo aspetti. Ma ciò non toglie che, per me, come per molti altri, si tratta comunque di una leggenda vivente…ogni suo romanzo è un evento che bisogna in qualche modo rimarcare.
Il tuo suggerimento sulle “opening”, nell’ultimo post, mi fa venire un’idea: perchè non ci mettiamo al lavoro, a mano a mano che leggiamo, per ipotizzare la sceneggiatura di un film tratto da questo ultimo romanzo? Sarebbe divertente, soprattutto perchè siamo dilettanti, passare di post in post, giocare a descrivere piani sequenza, inquadrature, colori, ed anche la colonna sonora…
Un semplice gioco, sì, ma che c’è di male? Sarebbe un buon modo per mettere a confronto le sensazioni e le considerazioni che questo ultimo lavoro potrà ispirarci…
Un abbraccio, e grazie per la pazienza che hai sempre con questi miei post!!!