Cigni selvatici in Giappone
Cigni selvatici in Giappone

Contare i passi per arrivare alla meta a colpi di haiku e di pagine: è questo che, in un modo curioso e affascinante, l’accademico e scrittore Kenneth White ha realizzato ne I cigni selvatici (trad. di Eva Cerolini, Amos edizioni, pp. 176, €  15), diario di viaggio nipponico costellato di riflessioni sulla vita, l’occidente e quel concetto incerto e sfuggente da noi chiamato oriente.

Partito in ottobre da una robante Tokyo animata da piccoli caffè, mercati di libri e ragazze che esibiscono le loro grazie acerbe, l’uomo muove i suoi passi animato da uno scopo ben chiaro: scorgere i cigni selvatici che, dopo aver abbandonato al Siberia, solcano i grandi cieli del Giappone settentrionale per svernare tra i suoi laghi.

Ironico, pensoso e sempre lucidissimo, l’autore percorre miglia e miglia facendosi condurre per mano da uno dei maestri della letteratura del Sol Levante, Bashō, il poeta degli haiku per eccellenza: i suoi versi divengono un linguaggio universale, un passepartout per l’animo umano.

Ma il cammino non è breve, né semplice. Disdegnando ogni mezzo che in poche ore sarebbe in grado di portarlo destinazione (privandolo però di ogni spirito di cigno hokkaidoavventura), White decide di seguire una sorta d’itinerario interiore, mai lineare, fatto di suggestioni, improvvise ispirazioni, ricordi letterari. E scopre così un paese inedito, che sfiora foreste, cittadine sbiadite, sentieri dimenticati:

Il suolo nipponico:
Costa e montagne. Golfi, baie, promontori. Terra vulcanica, convulsa, devastata, slavata da vento e pioggia, da maree e nebbie, da un vaporoso gioco di acque, dalla bruma e dal sole. Ruscelli impetuosi, cascate, foglie rosse…
Volevo immergermi in tutto questo: l’energia e il ritmo e la luce di tutto questo. (p. 12)

 La ricerca dei cigni selvatici, di un candido abbagliante fra le nebbie e le nevi, quasi trascende se stessa: inseguire i sottili profili degli uccelli nell’aria o fra i ghiacci – bianco nel bianco –  non è più (o soltanto) esercizio di nervi ottici, ma metafora di un viaggiatore che insegue il proprio viaggio, decantandolo da ogni stereotipo o fantasmagoria.

 

Per approfondire: un meraviglioso reportage fotografico sui cigni selvatici di Hokkaidō (da qui sono tratte le immagini utilizzate).

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