storia dell animazione giapponese, guido tavassiSoprattutto a partire dalla fine degli anni Settanta, molti amanti del Giappone hanno scoperto questo paese grazie ai cartoni animati o, per meglio dire, agli anime. Quanti, però, conoscono la loro evoluzione e il loro rapporto con la realtà nipponica? Pochi, troppo pochi.

Per colmare queste lacune o, più semplicemente, approfondire le proprie conoscenze in materia, da qualche settimana è disponibile in libreria Storia dell’animazione giapponese. Autori, arte, industria, successo dal 1917 a oggi di Guido Tavassi, accompagnato da un saggio di Marco Pellitteri (Tunué, pp. 608 ill. b/n e colore, € 24; solo ora in offerta a € 20,40).

L’opera – più unica che rara – esamina la produzione di quasi un secolo di anime, per un totale di oltre millecinquecento opere citate ed analizzate in prospettiva artistica, commerciale e industriale, senza tralasciare le componenti sociali e storiche influenti. 

Un volume, insomma, imperdibile per ogni appassionato che si rispetti. 

5 commenti il Non chiamateli cartoni: “Storia dell’animazione Giapponese” di Guido Tavassi

  1. Carissima, Buone Feste!!!
    Come sempre, non so dove lasciare le notizie che scopro ed approfitto di questo spazio per dirti che l’Istituto Giapponese di Cultura, dal 10 gennaio p.v., aprirà una rassegna cinematografica di tutto rispetto, sul cinema giapponese degli ultimi trent’anni. Sono previste anche delle repliche, cosa che non hanno mai fatto prima. il programma e gli orari sono sul sito dell’Istituto.
    Ancora Auguri!!!!

  2. Buon anno…!
    E grazie del post, dovrò leggerlo. Non sono un esperto di anime, ma ho visto TUTTI i film di Miyazaki e bottega, e voglio saperne di più. Thx. Ciao

  3. …e a proposito di Anime dei Grandi: trascrivo di seguito quanto ho scoperto in rete qualche giorno fa, sulle imminenti usciti dello Studio Ghibli per il 2013, dall’unico blog italiano che si occupa dei film di Miyazaki:

    “Miyazaki presenterà Kaze Tachinu (“The Wind Rises” – Il vento soffia) e narra la storia di Jiro Horikoshi, un ingegnere aeronautico che progetta gli aerei da guerra “Zero” usati dal Giappone nella seconda guerra mondiale.
    In primo poster di Kaze Tachinu ha il sottotitolo: “Dobbiamo sforzarci di vivere”.
    C’è scritto inoltre che il film è in onore di Jiro Horikoshi e Tatsuo Hori, uno scrittore e poeta del primo ‘900 che ha scritto un romanzo con lo stesso nome del film.
    (Il poster è già in rete, se volete cercarlo e dargli un’occhiata).

    Takahata invece presenterà Kaguya-Hime no Monogatari (“The Tale of Princess Kaguya” – La storia della principessa Kaguya), basata sulla storia popolare giapponese “La storia della mietitore del Bamboo”.
    Lo stile del film sarà quello delle classiche stampe Giapponesi e sarà la storia della principessa Kaguya, una bimba grande come un pollice e trovata in una pianta di bamboo. Malgrado suoni come una storia spensierata e magica, il sottotitolo recita “La Principessa, Delitto e castigo”, che da l’idea di un tono dark.
    Il libro si trova edito in Italia dalla Marsilio a cura di Adriana Boscaro (una delle maggiori esperte della letteratura giapponese), il titolo è “Storia di un tagliabambù”. Lo si può trovare facilmente anche usato (ad esempio, sul sito Comprovendolibri.it).

    AUGURI DI BUON ANNO!!!

    • A tutti può scappare un errorino di battitura (e stendo un velo pietosissimo sui miei!). 🙂

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