In questa sera di fine estate, col vento che attraversa lentamente le foglie e gli ultimi boccioli del mio balcone, mi è venuto in mente un bel brano tratto dal romanzo La luce della luna di Nagai Kafū:

I giorni non sono mai lunghi abbastanza per chi ama il proprio giardino e Nanso¯ era perennemente occupato a dare il benvenuto e l’addio a centinaia di diverse varietà floreali. Non faceva in tempo a posare lo sguardo e indugiare sul fresco verde delle cime degli alberi, che il giardino diventava scuro per le piogge di stagione e se i prugni ormai maturi cominciavano a cadere di mattina, entro sera le foglie della mimosa si erano arrotolate nel sonno. Sotto il raggiante sole di mezzogiorno, l’albero di melograno sembrava risplendere di germogli e la terra era cosparsa dei petali di brugmansia. A tarda sera, dalle sagome scure delle piante acquatiche intrise di rugiada, provenivano i flebili versi degli insetti che preannunciavano l’arrivo dell’autunno.
Primavera, estate, autunno e inverno… non era poi così diverso dal leggere le poesie stagionali di un libro di haiku.

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