Tanizaki Jun’ichirō è spesso ricordato per le sue storie non prive di sensualità ed erotismo decadente ; si pensi, per esempio, a Morbose fantasie o La chiave.
Oggi vorrei però segnalarvi un’opera molto meno conosciuta, vale a dire la raccolta Storie di Yokohama, di recente riedita da Cafoscarina (pp. 190, € 15; trad. a cura di Luisa Bienati), che custodisce tre racconti composti nei primi anni ’20 (Minato no hitobito, ossia La gente del porto; Aoi hana, Fiore blu; Ave Maria), ispirati dal grande amore che il giovane scrittore provava per la città giapponese, poi sconquassata dal terremoto del primo settembre 1923.
Ottima questa piccola Biblioteca, piena di spunti, riflessioni e link scelti con discernimento. Ci tornerò spesso. Grazie e a presto.