Spesso, purtroppo, se si chiede a uno spettatore disattento quali film sul Giappone lo abbiano maggiormente colpito, ci sono buone possibilità che la scelta ricada su Memorie di una geisha e Kill Bill.
Eppure, il cinema nipponico contemporaneo presenta un quadro ricco e mosso, non di rado ignorato dal sistema di distribuzione cinematografica italiana e, talvolta, persino dai critici. Tenta di rimediare a queste gravi mancanze il recentissimo Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010 (esf edizioni, pp. 222, € 17), a cura di Enrico Azzano, Raffaele Meale e Riccardo Rosati.
Non si tratta del solito manuale iperspecialistico per addetti ai lavori, ma di un volume — frutto di una sincera passione — che si propone di accompagnare cinefili e semplici curiosi alla scoperta di un universo sconosciuto ai più. L’impresa può dirsi riuscita con successo, sotto tutti i punti di vista: l’appassionato può soffermare la sua attenzione su un approfondito inquadramento storico, sociologico e culturale della materia, mentre l’esperto trova pane per i suoi denti nelle apposite sezioni riservate all’analisi di diciassette registi (Takeshi Kitano, Hayao Miyazaki, Satoshi Kon, solo per citare i più noti) e venticinque film (Patriotism, Il mio vicino Totoro, etc).
A tutti coloro che vivono a Roma, consiglio di partecipare alla rassegna cinematografica legata al volume, che si tiene al cinema Detour (Via Urbana 107; http://www.cinedetour.it) . Per il programma, cliccare qui.

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