Secondo le ultime stime, rispetto agli anni precedenti, sono aumentate le possibilità per Murakami di poter vincere il Nobel per la letteratura, tanto da piazzarsi sesto in un’ipotetica classifica mondiale, subito dopo il nostro Antonio Tabucchi.
Il nome dello scrittore premiato si saprà solo nelle prossime settimane; secondo alcuni, addirittura il 7 o il 14 ottobre.
Per saperne di più, ecco la notizia riportata sul Mainichi.

5 commenti il Murakami tra i possibili vincitori del Nobel 2010

  1. Leggo or ora la notizia e resto basita. Non me ne vogliano gli estimatori di Murakami (nè quelli di Tabucchi), ai quali riservo ogni rispetto. Tuttavia la letteratura universale, che non conosce tempo e si distingue come patrimonio dell’Umanità, andrebbe distinta dalla letteratura “gradevole”. E non posso astenermi dal ricordare che, se il Nobel non fu concesso finanche a Mishima…

    Virginia Sica
    Università degli Studi di Milano

  2. Anch’io sono rimasta abbastanza perplessa dalla notizia. Non so se Murakami sia annoverato tra i possibili vincitori essenzialmente in virtù dei risultati di vendita dei suoi libri; se così fosse, molti altri autori – quali Dan Brown e Stephen King – dovrebbero concorrere al Nobel.
    Sono sorpresa anche dallo scoprire il nome di Tabucchi nella rosa dei candidati: è un bravo scrittore ed un critico competente, ma (personalmente) non lo ritengo neppure il migliore in Italia.

  3. Io amo molto Murakami, eppure anche io sono rimasta sorpresa dalla notizia della candidatura. Ho subito considerato una serie di cose:
    1) parlando di scrittori giapponesi “uomini” – anche se ho letto tutto quello che di suo è stato pubblicato e sto sulle spine in attesa di quanto altro deve uscire – prima di Murakami avrei pensato a Oe – ma, ooopsss, dimenticavo, Oe lo ha già preso il Nobel!
    2) Ci sono scrittrici giapponesi estremamente importanti, nonostante vengano spesso e volentieri “recintate” in alcuni generi e, ancora una volta, non posso non pensare a Yoko Ogawa, che da noi non è stata ancora tradotta quanto merita, ma che in Europa e in America è piuttosto conosciuta. Se hanno dato il Nobel ad Elfriede Jalinek, o a Herta Muller di cui la maggior parte di noi non aveva mai sentito parlare, perchè non candidare una autrice nipponica altrettanto originale e prolifica? Cito lei, ma ce ne potrebbero essere altre che ancora noi non conosciamo.
    3) Con il tempo, il Nobel per la letteratura, come quello per la pace, a causa di qualche scelta, come dire, infelice o che comunque ha destato perplessità, ha perso la sua lucentezza originaria e, sì, insomma, è un pò sopravvalutato, ormai, come gli Oscar ( e qui mi fermo, perchè potrei scendere a citare anche Sanremo e non credo che sia sopravvalutato fino a questo punto!!!). Quindi non mi sento a pensare a una qualche “sacralità oltraggiata” se venisse dato ad uno scrittore ragionevolmente noto e bravo, forse più fortunato di Stephen King (che adoro altrettanto), il quale da subito venne ingabbiato in un genere che lo tiene da sempre inchiodato al palo, lontanto da onori e glorie “formali”.
    4) Non credo che Murakami ci tenga, comunque. E’ uno scrittore schivo, difficile da sorprendere. Non immodesto – non più di tanti altri, penso – ma un autore che non ha bisogno di riconoscimenti esterni. (questa considerazione non è particolarmente rilevante, ma vabbè)
    5) Quindi, per tornare a quanto sopra, io adoro Murakami, ma spero che la commissione selezionatrice premi ancora una volta un autore di qualità ma non conosciuto a livello planetario, meglio ancora se è una autrice. Almeno – come è accaduto per le autrici che ho citato sopra – servirebbe a far risaltare un lavoro pregevole e misconosciuto e darebbe una sferzata di reni alle pigre case editrici i cui criteri di pubblicazione ancora mi sfuggono…

    Scusate se sono stata così prolissa…
    La verità è che mi ha emozionato di più il post in cui Oradistelle ci comunicava le prossime pubblicazioni dei lavori di Murakami dalla casa editrice Einaudi…

  4. @ Barbara.
    Riguardo il punto 2: ti do assolutamente ragione. Recentemente, in un saggio, ho letto che spesso permane a tutt’oggi la classificazione (sessista) tra uomini-produttori di letteratura e donne-fruitrici; temo che purtroppo neppure la giuria del Nobel sia immune da questo secolare (se non millenario pregiudizio).
    Riguardo il punto 3: di certo, nel corso del tempo, il Nobel ha assunto in più di un caso delle sfumature politiche o comunque non certamente neutre. Penso, per esempio, al Nobel a Obama o a quello attuale assegnato al dissidente cinese. In parte, credo che anche il premio a Fo abbia nascosto qualche motivazione politica.
    Riguardo il punto 5: quest’anno il premio è andato a Vargas Llosa (pure lui molto attivo politicamente). Speriamo che l’anno prossimo tocchi a una scrittrice. 🙂

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