E’ con una certa vergogna che confesso d’aver tratto ispirazione per il post da un servizio di Voyager. Tranquilli: non parlerò di ufo in cerca del Graal che atterranno sulle piramidi con la complicità dei templari, i quali, per depistare tutti, realizzano cerchi nel grano a Rennes-le-Château, ma “soltanto” di un giapponese cannibale, tale Sagawa Issei (佐川一政, 1949) che, nel 1981, attrasse con l’inganno nel suo appartamento di Parigi una collega universitaria, Renée Hartevelt,  con lo scopo di ucciderla e consumarne il corpo. Ciò non ha comunque impedito che abbia scritto recensioni gastronomiche e recitato in film porno, e che – soprattutto – sia ancora a piede libero.

Chiamato in Francia “il killer giapponese” e soprannominato in Giappone “il killer parigino”, il “padre eterno del cannibalismo”, come egli stesso si è definito, ha redatto diversi libri concernenti i crimini suoi e altrui: qui potete trovarne una lista.

Infine, vi consiglio fortemente di non approfondire ricerche fotografiche cercando il suo nome perché davvero ci si imbatte facilmente in materiali raccapriccianti, pubblicati – secondo me – senza alcun rispetto per la vittima e la sua famiglia.

Qui a sinistra, potete ammirarlo in una sobria foto per la copertina di un cd del gruppo musicale Gnaw, in cui finge  di cibarsi di una ragazza.  

1 commento il Issei Sagawa: da cannibale a scrittore

  1. Se fossi stato un parente della povera ragazza massacrata, alla notizia della liberazione del maniaco, avrei raccolto TUTTI i soldi che avevo… anche a costo di ipotecare la casa. Poi sarei volato a Tokio, avrei assoldato dei sicari della Yakuza (la mafia giapponese) ed avrei chiesto che lo aggredissero e decapitassero con una katana sulla pubblica via. Questa sarebbe stata la giusta punizione per quel mostro

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